D’Attoma non è uno dei quei musicisti – e compositori – che si accomoda a tavole imbandite di junk food. E’ di quei musicisti che mettono in campo tutta l’esperienza vissuta, gli studi e le passioni musicali.
E ciò, qui, si ascolta benissimo. Scalda i motori con Fluorescent Light, con un moto ondoso in aumento, vergato dalle tornite corde del contrabbasso di Fidone, prima di declinare il suo libero arbitrio musicale in Oneness: brano composito, che viaggia sulle onde medie nel trio, prima che D’Attoma inizi a costruire delle architravi armonicamente complesse, di marca contemporanea tra frasi legate e spezzature sottolineate da un fraseggio importante e forbito. E’ arrembante, europeo in Crazy Elevator, con la precisione ritmica di Fidone e Morello a dare conforto a una composizione soulful. Tra ostinati, volumi sonori in dilatazione e melodia in proscenio, si fanno largo le belle note di Vortex Of Light Particles, dalla cadenza variegata, che sottolinea il jazz, toccando i fondali della classica. Bluesy e spumeggiante, con un velo di ancien regime, arriva Mare Bianco, prima di lasciare spazio al verbo primigenio di D’Attoma declinato in Clarity, con un movimento altalenante, ripetizioni tanto ossessive quanto immaginifiche. Le atmosfere di Purple Sunset sono soffuse, oscure e oniriche: con la musica che descrive rumori, tracce di natura e sentimenti in movimento. L’energica Coming On The Hudson, con il suo didascalico andamento marziale, chiude un album da vero leader, di un musicista che ha saputo mettere a frutto tutto ciò che ha trovato nella sua strada artistica, con un piglio personale che pochi hanno.
Alceste Ayroldi